Informazioni personali

La mia foto
Fondatore di Progressive World

venerdì 11 marzo 2011

Prog Exhibiton-40 anni di musica IMMAGINIFICA (Le mie emozioni)

Per molti è stato il sogno di una vita, un evento imperdibile e cosi è stato. Questa esperienza mi ha lasciato talmente tanto che ho deciso di imprimere le mie emozioni per iscritto come liberazione per il mio senso di nostalgia e per la mia felicità quasi anzi sicuramente abbattuto nell'essere tornato a casa.

5 Novembre

La sveglia non può che essere delle migliori, subito a prepararsi. Si porta qualche cd e l'indispensabile macchinetta fotografica (non si sapeva se avrei incontrato qualche artista). Il viaggio è stato solo un susseguirsi di immagini di come sarebbe andata perchè dentro di me era ancora un sogno che solo successivamente è diventato realtà. Sapevo però che mi sarebbe piaciuto, di questo ne ero davvero certo. Arrivati a Tiburtina grazie alla mia amica di Roma che è stata fondamentale in questi due giorni in tutto e per tutto, Mary, siamo riusciti a trovare l'Hotel (ovviamente ci eravamo persi inizialmente). Quello che viene dall'arrivo all'Hotel in poi è emozione pura. Inizialmente sbagliando lato, approdiamo alle finestre della sala dove vediamo a tavola Aldo Tagliapietra e Tolo Marton che saluto insieme ai miei compagni molto timidamente perchè emozionato; portati dal lato giusto il primo che vedo è Franz Di Cioccio, li ho cominciato ad avere tachicardia (davvero!) e probabilmente alla vista di Ian Anderson poco dopo che parlava al telefono se avessi avuto 50 anni avrei avuto un infarto, per fortuna che sono giovane! Ian inizialmente ci guardava mentre era al telefono in modo contrariato, infatti appena ha finito di corsa è andato verso l'ascensore facendo finta di non vederci, alla decima chiamata "Ian, Ian, Ian, Ian etc..." ha ceduto, giusto cosi! ;) Giusto qualche minuto dopo incontriamo in sequenza i disponibilissimi Tony Pagliuca e Tolo Marton che pur avendo fretta si fermano a fare foto con noi. Non volevo lasciare quella sala, ma dovevo pur portare i bagagli in camera e la mia incredibile fortuna di questi 2 giorni ha fatto si che al mio piano ci fosse anche David Cross, persona squisita, al suo "Nice to meet you Alessandro" mi stavo sciogliendo. Ora di pranzo e la sala si svuota. E' ora di passare una giornata in compagnia di cari amici romani che voglio citare anche se sono al di fuori del Prog Exhibition perchè è anche grazie a loro che ho passato un'esperienza irripetibile, grazie infinite a Mary e Martina per questa giornata e per averci condotto per il frangente in cui siamo stati assieme. Dopo la passeggiata con frenesia e ansia pre-concerto è ora di tornare in Via Giorgio Perlasca per l'inizio della prima serata. Entrati incontriamo finalmente Scilla di Donne Prog con la quale scambiamo foto e qualche parola e Daniele Pieri Orsini che ho riconosciuto incredibilmente e che mi ha fatto davvero piacere incontrare; alle ore 8 con il teatro parzialmente pieno è ora di sedersi e di aspettare i gruppi di apertura. I primi sono i Sinestesia che come tutti mi hanno colpito, eccellente Prog Metal e sound coinvolgente; Aquarium la conoscevo già per cui me la sono goduta ancora di più. La Maschera Di Cera invece, è stata una conferma, davvero bravi, una delle più belle realtà di oggi dove non si da spazio a chi merita. Per conoscerli bisogna essere veramente appassionato di Prog e interessarsi al genere. Seguono i The Trip che si riuniscono dopo 36 anni e ciò che mi ha colpito è stato l'incredibile Furio Chirico tanto che io e Marco spesso ci guardavamo come per dire "porca miseria!", Caronte suonato live e soprattutto da lui è tutta un'altra cosa! Quello che aspettavo con molta attesa era però la riunione de Le Orme che io chiamo cosi e non Pagliuca,Marton e Tagliapietra perchè per me loro sono le vere Orme anche se se ci fosse stato pure Michi sarebbe stato davvero perfetto! E poi David Cross, un mago! All'infuori del tempo con il suo violino era commovente! L'ultimo spazio, quello più lungo è stato riservato alla PFM che come al solito ha mosso la platea tanto che un signore accanto a me che voleva vederli seduti bestemmiava nei confronti di coloro che si alzavano davanti a lui. Fantastiche sono state Harlequin di un album che adoro qual'è Chocolate King, bellissime le rappresentazioni con uno straordinario Mussida di due canzoni di Stati Di Immaginazione e commovente davvero vederli assieme a Ian Anderson che è sempre il mago del flauto! Alla fine del concerto quelle 5 ore mi sembravano spazzate via, già triste per essere a metà strada ma ancora più gasato perchè non era ancora finita. All'uscita nell'ambiente di vendita dei cd e magliette trovo anche il mitico Thijs Van Leer che al mio "my english is bad" risponde con "don't worry, my italian is terrible!"...troppo grande! Poi finalmente riesco a trovare anche Aldo Tagliapietra, disponibile cosi come David Cross che ritroviamo per un ulteriore foto e il grande Gianni Leone che si preoccupa per come viene in fotografia...ahahaha fantastico! Tornati in albergo mi sarò addormentato dopo un'ora che guardavo il soffitto dove mi ripetevo "che cosa ho visto?! una cosa incredibile! un evento pazzesco!". Quello che mi aspettava il giorno dopo ancora meglio.

6 Novembre

Ora prestabilita per la sveglia, le 9. Eravamo sicuri di beccare a colazione vari artisti e cosi è stato. Dopo una colazione abbondante i primi che troviamo sono Patrick Djivas e Franco Mussida, poi il simpaticissimo chitarrista dei Sinestesia con il quale ci fermiamo a parlare e a discutere, veramente grande! Cosi come fantastico è Thijs Van Leer che con tutta la sua simpatia mi racconta di quando più di 30 anni fa in seguito all'alluvione dell'Arno a Firenze ha aiutato a spalare per 6 settimane in modo da salvare le opere d'arte, stupendo! Uno dei più più simpatici è stato David Jackson, il modo in cui diceva "Where is the camera?" mi faceva impazzire e soprattutto anche lui disponibile. Ebbene segue una giornata al Colosseo passando per l'Altare della Patria e con gli amici al Laser Combat con gli amici Giulia, Francesco e compagni, prima di incontrare casualmente La Maschera Di Cera e l'amica Danila, con loro mi sono veramente divertito, l'emblema della simpatia, oltre che grandi musicisti anche grandi persone, in 20 minuti di chiacchiere mi ero incredibilmente già affezionato a loro, troppo bravi! Devo anche citare il mitico autista della metro con gli occhiali da sole sotto terra, altrettanto fantastico! Di fretta e di furia entriamo giusto in tempo per l'inizio dell'esibizione de " La Periferia del Mondo", bravissimi anche loro, il frontman ai fiati è stato superbo! Mi hanno colpito particolarmente però i successivi Abash, lo stile etnico, con un batterista più duro, la voce femminile a dir poco meravigliosa mi hanno oramai conquistato. La voce di Luciano Regoli della Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno ha suscitato in me la stessa faccia che avevo avuto con Furio Chirico, fantastico prima di scatenare l'oblio all'entrata di Claudio Simonetti e del ripeto ancora una volta mitico Thijs Van Leer, scoperto oltre che grande musicista una grande persona! Seguono dei grandi Osanna, mi fa impazzire come Lino Vairetti si colora il viso ma soprattutto l'incredibile David Jackson, quando lo vedo imboccare 2 sax mi si accappona la pelle! Mirror Train e L'Uomo sentite dal vivo danno tante emozioni. E poi nonostante Francesco Di Giacomo non avesse la voce per me i Banco Del Mutuo Soccorso sono stati comunque eccezionali e quando John Wetton ha suonato Starless mi sono davvero commoso e non potevo credere che alla fine fosse tutto finito. Il tempo di tornare in albergo e di aspettare le 3 facendo chiacchierate con Gianni Leone, vedendo Alessandro Corvaglia de La Maschera Di Cera venire nel nostro hotel in cerca di una qualsiasi festicciola e incontrando Francesco Massa nel tentativo di aspettare John Wetton che in realtà era già al letto. Fuori dal teatro abbiamo incontrato poi anche Lino Vairetti, Luciano Regoli e gli Abash in hotel, tutti davvero simpatici e squsiti. Addormentarsi era diventato difficile.

La mattina seguente Francesco Massa mi ha svegliato con un messaggio che diceva "John Wetton è a colazione", neanche il tempo di prepararmi e mi sono fiondato di sotto dove l'ho trovato appena in tempo per versargli il succo di frutta e per farmi una foto con lui. Il resto della mattinata in hotel è stata fantastica, quasi un'ora a parlare con gli Abash di tutto e di più tralasciando il lato musicale dando spazio a quello prettamente umano, loro mi mancano, Anna Rita la cantante soprattutto, ho ancora il sorriso stampato sulle labbra se penso a loro. Fare le valigie è bruttissimo, salutare tutti ancora di più, erano rimasti Franz Di Cioccio, David Jackson e Iaia De Capitani con la quale abbiamo parlato molto e che ringrazio con tutto il cuore per la sua disponibilità e per tutto quello che ha fatto. Il tempo di un saluto quasi in lacrime con Mary e Martina, parte integrante di questa esperienza e poi ripartenza dolorante verso casa. Risultato? Sono l'uomo più felice del mondo, ma anche abbattuto, tanto che ho scritto tutto questo durante le due ore di latino perchè sono ancora con la testa a Roma, quello che mi sento di dire e grazie a tutti, avete lasciato una parte di voi dentro di me e non vi dimenticherò mai! Spero di rivedere presto tutti!

(ale)

MiniRecensioni Pubblicate da (ale) su "Good Times Bad Times" (Le Orme,Deep Purple,Grand Funk Railroad)

Le Orme-Il Fiume:

Uno dei più grandi gruppi Progressive della scena Italiana che si perde parzialmente cosi come praticamente tutti gli altri negli anni ’80 quando il pop tornava alla ribalta insieme alla nascita della New Wave e del Punk. Tornano nel 1996 con un nuovo tastierista, Michele Bon, e con un disco di meravigliosa bellezza, Il Fiume. Le copie vendute saranno presso meno 50.000 considerando anche la piena rinascita del gruppo colmata anche da un nuovo suono orientale con l’utilizzo del Sitar, tipico strumento indiano che Aldo Tagliapietra osservava da tempo. Madre Mia e la title trackdiventeranno anche brani riproposti nelle track-list di numerosi live. E’ la conferma che, quando si tratta di certa musica, il talento e lo stile inconfondibile non muoiono mai.

VOTO: 8

Deep Purple-Come Taste The Band:

Fondatori dell’hard rock assieme ai Led Zeppelin e dei primi spunti heavy metal, nel 1974 cambiano formazione con l’abbandono di Ian Gillan e Roger Glover sostituiti da David Coverdale e Glenn Hughes che formeranno un mix di voce profonda e acuta perfetto. Sforneranno due bellissimi album, rispettivamente alla posizione 3 e 6 della classifica di Billboard, Burn (1974) e Stormbringer (1974) prima di comporre Come Taste The Band con Tommy Bolin alla chitarra. Possiamo considerarlo uno degli album più sottovalutati del gruppo, forse dovuto all’abbandono di Ritchie Blackmore. L’album presenta risvolti blues e il classico virtuosismo della band, brani come Love Child e You Keep On Movingdiventeranno simbolo di questa formazione prima di lasciare la scena dopo la tragica morte di Tommy Bolin. Su billboard l’album si classifica diciannovesimo ma a distanza di tempo è molto apprezzato dai fan.

VOTO: 7,5

Grand Funk Railroad- E Pluribus Funk:

Una band che negli USA dava filo da torcere ai Led Zeppelin e ai Deep Purple ma che al di fuori della nazione è sempre stata semisconosciuta. La bravura dei componenti è invidiabile, soprattutto la voce incredibile del loro chitarrista Mark Farner. Un gruppo sottovalutato che conseguentemente ha prodotto album sottovalutati come lo splendido E Pluribus Funk. Quest’album oltre che essere di prelibata fattura ha lasciato canzoni come Footstompin’ Music e Loneliness che sono diventate pezzi fondamentali in ogni concerto. E’ un album dotato di grande energia ma anche elaborato in alcuni frangenti che rimandano al tipico progressive della loro era,gli anni ’70. Canta spesso anche Don Brewer, il batterista, dotato di una voce più potete ma meno alta rispetto a Farner. Il gruppo e lo stesso album sono raramente citati nelle riviste di settore e nella musica in generale.

VOTO: 7

Il mio personale parere (ale) sulla musica odierna prendendo spunto da Fabio Zuffanti

Leggendo la lettera di Fabio Zuffanti sulla critica musicale in Italia è come se mi fossi totalmente ritrovato in lui, anche se da un punto di vista totalmente differente, non essendo artista ma essendo un semplice studente. Ecco, credo che un ragazzo della mia età che ascolta un determinato tipo di MUSICA (in maiuscolo) possa capire praticamente più di tutti cosa sia la musica oggi, essendo a stretto contatto con la generazione odierna.

Eravamo partiti dagli anni '70, dal Progressive, dalla Rai che era un'industria televisiva di cultura musicale, in Radio andava LA musica e non altro. Ma c'è stato dal punto di vista della commercialità una regressione impressionante. La grande musica c'è sempre stata, ma in diverso modo, oggi abbiamo i Radiohead, Porcupine Tree e tanti altri gruppi che tengono in altro l'onore nell'ambito musicale. Quello che non funzione è il sistema, che favorisce seguendo il business e non la musica. Io non accendo mai la radio, intendo quelle comuni, RDS e cosi via, ma la mattina in realtà quando prendo l'autobus per andare a scuola prima di avvicinare le cuffie alle orecchie e di penetrare nel mio mondo Progressivo, quello che sento è (OGNI VOLTA), Vasco Rossi, che mai ho amato e che ho sempre disprezzato altamente. Non c'è più spazio per i capolavori, ma la colpa è di chi ha trasformato la musica in una questione esclusivamente di Business. La gente è arrivata ad ascoltare ciò che la società propone ed è questo che ha portato a un peggioramento, perchè ritengo che nell'educazione di un figlio la musica sia importante, perchè plasma il carattere, aiuta a crescere.

Io personalmente, grazie a mio padre sono arrivato a questo tipo di musica, perchè è nascosta oggi giorno, la vai a trovare dove mai penseresti di trovarla, è inutile cercare in tv o in radio, non la troverai mai! E' incredibile che oggi sia più conosciuto un Biagio Antonacci rispetto a un compositore che magari suona anche più strumenti e compone musica di un certo livello. E' INCOCEPIBILE. D'altronde lo avete sentito, Fabio ha più successo all'estero, ed è cosi che stiamo finendo, ovvero i nostri GIOIELLI che nel loro Paese non riescono ad avere la comprensione che hanno altrove. Molti preferiscono scappare da qui e imparare a vivere di Musica altrove. Credo che, qui Italia, non solo nella musica, qualcuno dovrebbe fare un passo indietro e studiare il concetto di uguaglianza, che oggi non c'è, in ogni settore, musica, lavoro, opportunità e cosi via... Non riesco a capire anche come si faccia, a prendere un fenomeno da baraccone di 14 anni, scrivergli i testi, mettergli a fianco 10 sgualdrine che ballano e buttarlo sul palco cantanto banalità, è come se ti stesse dicendo: "Guarda idiota, io prendo più di te! Si più di te! Qualunque tu sia, che sia medico o operaio, postino o muratore, si! Io ti sto prendendo in giro e con 3 "canzoni" idiote mi sono guadagnato già la pensione e più di tutto quello che tu hai guadagnato faticando e sudando nella vita!", funziona cosi, purtroppo... la grande tradizione per esempio del Jazz spazzata via e buttata dove solo chi la conosce può arrivarci dal Pop NeoMelodico.

Eppure nonostante tutto trovo soddisfazione per una sola cosa, ovvero quella di esser presente in un minoranza che combatte, e che anche se non riceve nulla è ancora convinta a diffondere LA musica e a combattere per gli ideali che una vera canzone può offrire. Un mio amico mi diceva: "prendi la musica come se fosse il mondo, è peggiorata la musica ed è peggiorato anche il mondo, colpa della società", la mia domanda è: si può arrivare ad una musica ancora peggiore di quella che oggi è in circolazione? Io penso di si, perchè tutti si stanno sfidando ad essere i peggiori, in tutti i modi. Forse però, scritto cosi sembra solamente una critica, in effetti è una critica ma è anche un incitamento, il cambiamento deve venire dal piccolo di ognuno di noi, bisogna continuare a credere e non cambiare, essere fermamente convinti e sperare con la forza di ognuno che qualcosa possa mutare, vogliamo sperare? oppure sperando si corre il rischio di illudersi? staremo a vedere...

Grazie per l'attenzione,

(ale)

Recensione Pubblicata da (ale) su "Good Times Bad Times" (PFM-Chocolate Kings)


PFM, non credo ci sia bisogno di presentazioni eccessive. Una delle più grandi realtà del Progressive Made In Italy, uno di quei gruppi che in realtà compete anche con i più grandi di questo genere, insomma un nome, una garanzia. Iniziarono sotto il nome de "I Quelli"; erano canzoni più che altro Rock'n'Roll che Progressive ma già si intravedeva da parte di ognuno destrezza nello strumento. Ogni componente all'interno del panorama italiano risulta tra i migliori in assoluto. Storia Di Un Minuto(1972) è il primo album e tra l'altro il più ricordato soprattutto per la presenza di canzoni come "La Carrozza Di Hans", "E' Festa" e "Impressioni Di Settembre", vere icone di questa band, canzoni sempre riproposte in live. Il gruppo in futuro cercherà successo all'estero e vincerà per due volte il premio come miglior gruppo emergente sulla stampa Inglese pubblicando anche per l'etichetta discografica creata dagli Emerson, Lake and Palmer, la Manticore. Per l'approdo della musica Progressiva Italiana anche sulla west coast la PFM decide di andare alla ricerca di un frontman e lo troverà in Bernardo Lanzetti, chiamato dai fan "The Voice Impossible", il Gabriel italiano, ex cantante in quel momento degli Acqua Fragile. Il risultato sarà un bottino di tre album straordinari ma forse anche fin troppo sottovalutati, alla fine infatti la band deciderà di tornare a lavorare in Italia ma soprattutto di tornare a cantare in Italiano con Passpartù (1978).

Il primo album dell'era Lanzetti rimane storico, Chocolate Kings è uno dei pilastri del Prog Italiano, ma messo molto da parte. From Under è il brano d'apertura in cui la voce di Lanzetti è perfetta e precisa perchè amalgama sinuosamente momenti più soft a pure esplosioni Rock, lo strumentale è tutto affidato nelle mani degli altri membri, Mauro Pagani al Violino e Flauto Traverso spesso è protagonista e si scambia con il virtuosismo di Mussida e Premoli, chitarra e tastiera fino ad arrivare a Franz Di Cioccio dove in alcuni momenti lascia intravedere degli autentici solo di Batteria; da non ti menticare lo straordinario Patrick Djivas, immenso bassista che arrivò nella band dagli Area, insomma mica poco. Il ritmo, nei frangenti più spinti è incalzante, veloce e persuade l'ascoltatore.Harlequin forse è il brano più bello dell'album, poche volte riproposto live ma ultimamente ripresentato anche al Prog Exhibition a Roma. Cosi come in quasi tutte le canzoni dell'album c'è un esplosione nella parte centrale, questa volta contrassegnata da un accelerazione repentina che porta a una mutazione quasi in chiave Hard. Non a caso si diceva che al posto di Bonham i Led Zeppelin provarono a chimare proprio Di Cioccio. In assoluto Chocolate Kings è la canzone che ha la funzione di simbolo, non a caso è la title track dell'album. Non sarà la più bella ma è sicuramente quella che avrebbe in un live l'effetto di una "E' Festa" perchè porta a smuovere il pubblico. Suonata pochissime volte dal vivo, anche perchè è impossibile per Di Cioccio arrivare alle tonalità di Lanzetti, tuttavia un'ottima riproposizione proprio con Lanzetti la troviamo nel cofanetto 10 anni live (1996), diviso in 4 cd, una raccolta di live a partire dai tempi delle cover di Jethro Tull e King Crimson. Out Of The Roundabout, il brano successivo, è quello più riproposto dal vivo, praticamente in ogni concerto, oggi però è Lucio Fabbri, che tra l'altro sostituisce egregiamente Mauro Pagani che abbandonò il gruppo già da Jet Lag, a interpretarla. Paper Charms è il pezzo più lungo, quasi 9 minuti, e pensare che la PFM raramente è arrivata, nonostante la grandezza, a comporre un brano di 10 minuti. Comunque sia, anche Paper Charms per la sua complessità è uno di quei brani che in live, riproposto ad un pubblico esperto farebbe davvero colpo. E' un brano che bisognerebbe risentire perchè inizialmente quasi colpisce di meno però è proprio in questo che sta la caratteristica del Progressive, più si riascolta più si scopre qualcosa, il pluriascolto di un pezzo aiuta a percepirlo e ad apprezzarlo maggiormente.

Chocolate Kings verrà criticato in America e non molto preso bene probabilmente per i testi, quelli che parlano della cosi detta "mamma cicciona che va in giro col mitra e la cioccolata" simboleggiante proprio gli USA. Lanzetti rimarrà poco tempo, solamente tre album, il secondo, Jet Lag (1977), sarà molto più ispirato al Jazz, il terzo, Passpartù sarà un capolavoro di ritmica, tra l'altro con una bellissima copertina. Le redini andranno in mano a un grande Di Cioccio, leader carismatico e dalla ottima voce oltre che grande batterista. La band subirà però un calo, Suonare Suonare (1980) è amato da alcuni e non aprezzato da altri, cosi come Miss Baker (1987), mentre PFM?PFM! (1984) rimane di sicuro il più brutto e meno Progressive album della band che come altri gruppi Prog negli anni '80 a perdere colpi e a diventare più "semplice". Il ritorno avverrà nel 1996 con uno splendido Ulisse (1996) seguito da altri capolavori fino ad arrivare a un nuovo addio di Premoli che già lasciò la band dopo Suonare Suonare. Come vedete c'è tanto da dire, sono un'emblema della MUSICA Italiana, parliamo di musica in maiuscolo attenzione! E l'impressione è che questi "vecchietti" non la manderanno a dire perchè in fondo sono ancora giovani dentro.

Voto: 8 e mezzo

Progressive World intervista i VisionAir


Presentazione

I VisionAir sono una band Progressive Rock nata nella zona di Napoli. Il loro stile si ispira molto alle atmosfere Floydiane e ai Porcupine Tree pre Signify e Up The Downstairs. Sono impegnati anche nella ricerca di suoni e nell'Elettronica.

Abbiamo trovato il loro cd davvero interessante, sia per le strutture complesse, sia per la bellezza delle canzoni.

Questa è la tracklist del loro album con i relativi link nel caso vogliate sentire per curiosità le loro canzoni e sicuramente vi consigliamo di ascoltarle.


Tracklist:

1. The trembling of the night (http://www.youtube.com/watch?v=67b9-IBUTY8)

2. Asyl's soul

3. The colour of infancy (http://www.youtube.com/watch?v=ZNb0ttz9F_0)

4. Eyes without veils (http://www.youtube.com/watch?v=zLNprEFGCcs&feature=related)

5. Black rain (http://www.youtube.com/watch?v=nwESTkyXZF0&feature=related)

6. For you (http://www.youtube.com/watch?v=FWZPr3zcJ88&feature=related)

7. Single day (http://www.youtube.com/watch?v=eQWWSTHErz4&feature=related)

8. Chemistry of vibrations has strange equations (http://www.youtube.com/watch?v=eeVC44IHgm4&feature=related)

Sabato 5 Febbraio i VisionAir (in realtà solo tre di loro, ovvero Gianluca Botta, Daniele Sollo e Graziano Martini) ci hanno raggiunto per un'intervista che in realtà è quasi un appello ai Produttori Discografici nell'intento di riuscire a procurare loro un contratto. Qui i VisionAir raccontano la loro storia e la loro passione per la musica, il discorso poi sfocia in una bella chiacchierata sul Progressive in generale, che vi fa capire quali siano le loro influenze.

I VisionAir sono:

Gianluca Botta - lead and backing vocals/guitars

Roberto Miele - synthesizers/keyboards/vocals

Graziano Martini - electric and acoustic guitars

Daniele Sollo - bass guitars fretless and fretted/vocals

Roberto Macrì - drums/percussions

Intervista

-Raccontateci la vostra storia e come vi siete formati.

(Daniele) I VisionAir nascono verso la fine degli anni '90. I membri all'epoca erano Gialuca Botta, Dario Vacca, precedente batterista,Antonio D'Alterio, primo chitarista e io. Venivamo da esperienze in settori diversi, Gianluca per esempio veniva dall'Hard Rock, io e Dario venivamo dal Jazz/Fusion mentre Antonio dal Funky. Roberto Miele, il nostro tastierista, si è aggiunto dopo, si sente infatti la sua impronta dato che proveniva da esperienze di tipo Progressive.

-Infatti noto dall'ascolto che ci sono alcuni passaggi di tastiere che riportano allo stile Marillion.

(Daniele) Esattamente. Abbiamo cominciato da subito a comporre con l'obiettivo di unificare le nostre influenze in un unico stile musicale.

(Gianluca) Penso che la forza del gruppo sia proprio questa, quella di amalgamare le nostre diverse influenze, questa cosa ci è sempre piaciuta sin dall'inizio. Poi non siamo chiusi ma anche aperti verso l'elettronica quindi c'è tanta roba dentro.

(Daniele) Nacque quindi, un primo album dal nome "Flashback" con testi interamente in Italiano prima di alcuni addii come quelli di Antonio e Dario che ci lasciarono per motivi personali. Rimanemmo in tre e tornammo a lavorare nel 2007. Il primo brano che ne nacque fu The Trembling Of The Night, il brano d'apertura del nostro album.

-Come mai la decisione di iniziare a scrivere in Inglese?

(Daniele)Abbiamo deciso di "sconfinare", anche perchè in Italia, soprattutto con "Flashback" non siamo riusciti a fare molte serate.

-Vedo in voi delle atmosfere che si rifanno ai Pink Floyd soprattutto di Animals, che ne pensate?

(Daniele) Si c'è da dire però che ci sono coloro che si rifanno più o meno palesemente...

-Infatti la vostra si chiama ispirazione non plagio. (Scherzosamente)

-Navigando sul vostro profilo di MySpace nel vostro genere oltre al Progressive e la Psichedelia, dato che parlando di Pink Floyd si parla anche di psichedelia, vedo "Alternative", questo fa riferimento all'elettronica giusto? Radiohead in particolare

(Gianluca) Si, elettronicamente ci siamo ispirati nei suoni soprattutto al Trip Hop dei primi Massive Attack, ovviamente tutto personalizzato secondo il nostro stile. E' importante personalizzare l'influenza e non clonarla.

(Graziano) La cosa per noi più importante sicuramente è quella di fondare un nostro stile.

-Sicuramente è uno stile pieno di innovazioni, pieno di diversi elementi, credo che sia importante avere una propria strada da seguire senza rifarsi eccessivamente ad altri stili, per esempio vedo i Dream Theater, grande gruppo ma probabilmente oggi troppe band si rifanno stilisticamente a questi 5 fenomeni. Anche se in realtà oggi colpisce più una struttura semplice.

(Gianluca) Certamente, ovviamente le nostre canzoni nel loro insieme strutturalmente sono Prog, poi per tante esigenze si compongono canzoni brevi, magari per esigenze radiofoniche ma sinceramente io non mi ci ritroverei...

(Graziano) Diciamo che la nostra è proprio un'esigenza, quella di utilizzare strutture complesse perchè scrivere qualcosa di semplice è come se ci limitasse.

(Gianluca) La cosa incredibile è che noi molte volte ci siam messi con forza a tentare di comporre brani più corti, ma non è proprio nel nostro DNA, non ovviamente perchè vogliamo metterci in mostra. Poi i testi parlano di molte cose.

-A proposito di questo tempo fa sentii un intervista a Steven Wilson che affermava riguardo all'ultimo album dei Porcupine Tree, The Incident, che era una storia talmente variegata che rendeva impossibile il racconto in soli 3 minuti di canzone standard (per esempio).

(Gianluca) Bravissimo, il Prog è bello proprio per questo, tutto dipende da ciò che si vuole comunicare, penso che ci dovrebbe essere sempre qualcosa da comunicare, anche per esempio in quei gruppi che hanno come caratteristica più tecniscmo che altro.

-Il brano preferito del vostro album?

(Graziano) Tutto!!!

(Gianluca) Vorrei fare un appunto proprio su Graziano, il nostro nuovo chitarrista, anche lui venendo da esperienze musicali differenti ha dato comunque una personalità importante, soprattutto Blues, anche perchè probabilmente le radici di ogni chitarrista vengono dal Blues.

-Se voi dovreste fare uscire un singolo quale scegliereste?

(Graziano) Mmh, difficile, se consideriamo il problema della durata io sceglierei For You o Single Day.

(Gianluca) In alcuni brani ci sono anche degli omaggi alle nostre influenze, non so poi se le persone se ne accorgano, per esempio in Chemistry c'è un omaggio ai King Crimson, ci sono proprio dei piccoli richiami, ovviamente non vi diciamo quali sono questi richiami.

-Infatti in The Colour Of Infancy c'è un ululato iniziale che mi ricorda molto quello di Waters in Carefull with that axe Eugene...

(Gianluca) Bravo, però non te lo dirò mai, perchè è bello che ognuno lo scopra da solo.

-Altro rifermento lo vedo in Black Rain dove l'apertura di basso ricorda Pastorius...

(Daniele) Magari! Ho sempre detto che Pastorius sta al basso come Freud alla psicanalisi. E' stato il primo a trasformare il basso in uno strumento solista, e le sue linee di basso, inoltre, erano degli autentici assoli d'accompagnamento.

-Gianluca, per la voce ti rifai a qualche cantante in particolare?

(Gianluca) L'ipertecnicismo vocale non mi fa impazzire, ma mi piacciono molto Fish e Gilmour.

-Preferite il Prog Made In Italy o quello straniero?

(Daniele) Impossibile da dire, è come scegliere il migliore tra Picasso o Dalì.

-E nel Progressive Italiano quale gruppo apprezzate di più?

(Daniele) Area! Assolutamente...

-Come vedete il cambiamento della musica dagli anni '70 ad oggi?

(Gianluca) Probabilmente oggi la musica è diventata più semplice perche la società non ha molto da dire, in Italia è complicato avere successo in questo genere, il pubblico va educato attraverso i canali, le radio e soprattutto la scuola.

(Daniele) Oramai la musica di oggi è diventata la suoneria del cellulare.

-Notando le atmosfere dei vostri brani, avete in mente anche qualche progetto visivo?

(Gianluca) Assolutamente, abbiamo tutto in cantiere e se le cose andranno bene porteremo tutto in teatro e ovviamente voi sarete nelle primissime file!

-Cosa vorreste fare da grandi?

(Gianluca) Questa è bella... vogliamo vivere di musica o per la musica.

-Nella vita cosa fate?

(Daniele) Guadagniamo il pane, ma è praticamente il nostro hobby, la nostra passione è la musica.

-Ultima domanda, come mai questa copertina? Ricorda quella che i Deep Purple usarono per "The House Of Blue Light"

(Gianluca) E' una foto scattata da noi, se sei a casa sai cosa c'è oltre questa porta, altrimenti non puoi saperlo.

Il Video Integrale dell'Intervista:

Parte 1 (http://www.youtube.com/watch?v=MqLqf6tA56o&feature=relmfu)

Parte Finale (http://www.youtube.com/watch?v=Yy7cn6O5hTo&feature=relmfu)

Grazie per l'attenzione,

(ale)